Il postmoderno come perdita del centro e della sicurezza quotidiana. Per essere inglobato nei ritmi frenetici della vita. Ma quale vita, la propria, o quella degli altri? Uno dei grandi maestri della narrativa statunitense degli ultimi anni, Don DeLillo, nel romanzo Giocatori
( Players), ci mostra l’assurdo e le trappole che sono celate nella normalità cui, forse, non riusciamo o non vogliamo sfuggire. Lo fa attraverso la descrizione, puntuale e perfetta delle vite di Lyle, un agente di cambio e sua moglie Pammy. Se il primo si lancia in una torbida relazione con una segretaria e si ritrova invischiato nei meandri del terrorismo internazionale, la seconda salpa in viaggio per il Maine con una coppia di omosessuali intrecciando la relazione con una di questi. Quando la ricca borghesia americana implode senza il botto, secondo il gran maestro DeLillo.
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